Il sacco di Roma del 24 agosto 410 è stato uno degli eventi più traumatici della storia antica. Concluse il terzo assedio condotto dai Visigoti di Alarico I. La più potente capitale dell'antichità, per tre giorni , fu in mano agli invasori che depredarono templi, luoghi pubblici e case private. La furia dei barbari si abbatté sui cittadini romani increduli; violenze che si erano viste al Colosseo furono compiute su donne e anziani. Gli edifici più colpiti furono il palazzo dei Valerii sul Celio e le ville sull'Aventino che furono incendiate; le terme di Decio vennero gravemente danneggiate, e il tempio di Giunone regina fu distrutto. Le statue del Foro furono spogliate, la curia Iulia, sede del senato, data alle fiamme e l'imperatrice Galla Placidia presa in ostaggio da Alarico. Nonostante tutto, Roma incuteva rispetto agli invasori e nei tre giorni di saccheggio Alarico impartì l'ordine di risparmiare i luoghi di culto , che considerò come luoghi di asilo inviolabili dove non poteva essere ucciso nessuno. L'evento ebbe un'immediata risonanza in tutto l'Impero e lo sconvolse moralmente. Avvertito come evento epocale, venne visto da sant'Agostino come segno della prossima fine del mondo o della punizione che Dio infliggeva alla capitale del paganesimo. I Visigoti lasciarono la città, ma il mito dell'inviolabilità di Roma era crollato . Dal quel momento la città sarà più volte saccheggiata fino al 1527.
Onorio assurse al soglio all'età di soli 11 anni, venendo affidato alla reggenza del magister militum Stilicone, prescelto per questo incarico da Teodosio I sin dal 393. Stilicone, di origine vandala, si trovò così a guidare un Impero certamente debilitato dalle lunghe lotte intestine e dalle tribù barbare di origine germanica che premevano sui suoi confini, ma in quel momento ancora piuttosto saldo e in posizione più sicura rispetto al più ricco ma anche più esposto Oriente. Stilicone rivendicò di essere stato nominato custode di entrambi i figli di Teodosio, e questo incrinò di fatto i suoi rapporti con i primi ministri di Arcadio, che non intendevano cedere a Stilicone la reggenza sull'Imperatore d'Oriente, perché ciò avrebbe implicato per loro la perdita del potere acquisito fino a quel momento. Altro motivo di contesa con l'Oriente romano fu la questione dell'Illirico Orientale, che fino al 379 era appartenuto all'Impero d'Occidente, ma fu trasferito all'Impero d'Oriente sotto Teodosio I: Stilicone rivendicava per l'Occidente romano il possesso delle diocesi di Dacia e Macedonia, essenzialmente perché quelle zone erano state da sempre fonte di reclute di elevata qualità, ma l'Oriente romano non intendeva acconsentire a queste richieste, e da ciò seguì un peggioramento notevole dei rapporti tra le due parti dell'Impero.
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