Battaglia di Ravenna

La battaglia di Ravenna, capitale dell'impero romano d'occidente, avvenne tra il 2 e il 4 settembre del 476, e vide l'ultimo esercito romano occidentale, comandato da Paolo, affrontare e subire la sua disfatta finale contro gli Heruli sotto il loro re Odoacre.

Già ai tempi dell'inizio delle ultime invasioni barbariche, l'impero romano si era avviato verso un relativo declino, tanto che aveva persino subito uno scisma che lo aveva diviso in oriente e in occidente. Per la parte occidentale dell'impero, non più unito, la situazione era via via precipitata, ed era culminata con il duplice saccheggio di Roma, il cuore simbolico e la più grande città della pars occidentis dell'impero; il primo, infatti, era avvenuto nel 410 ad opera dei Visigoti di Alarico, mentre il secondo avvenne nel 455 per mano dei Vandali guidati da Genserico. Nel 476, l'imperatore di Roma era poco più che un signore della guerra che ebbe poco controllo de facto su qualunque territorio fuori dall'Italia, soprattutto per quanto riguarda l'ultimo imperatore romano, il sedicenne Romolo Augusto; l'impero romano d'oriente, da parte sua, riconosceva Giulio Nepote come il vero imperatore di Roma.

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