Rapone

Descrizione

Il paese sorge in collina, a 838 m s.l.m., lungo la valle del fiume Ofanto. Il territorio del comune ha un'estensione di 29 km2.

Di origine antichissima, presenta segni di insediamenti risalenti al Paleolitico. Probabilmente fondato dagli abitanti di "Rapone vecchio", situato sopra la Serra delle Pietre, sulla destra dell'Ofanto, da lì trasferitisi a causa delle conseguenze della guerra greco-gotica che nell'area settentrionale della Basilicata e nell'Ofanto interno durò fino all'anno 555. Lo storico Giacomo Racioppi ritiene il toponimo bizantino; tuttavia c'è chi lo considera nel senso preciso di abitato nuovo, sorto dalla fatica e dalla sfortuna, dal greco "Ra-pono". Da allora il nuovo abitato cominciò ad essere riportato nei documenti normanno-angioini. Sotto i sovrani Guglielmo I e Guglielmo II e fino al 1169, Rapone appartenne, come suffeudo non ancora assegnato, alla contea di Conza, mentre nel periodo svevo è annoverato con i casali di Bella, Pierno e San Tommaso di Ruvo tra quelli incaricati da Federico II di provvedere alla riparazione del castello di San Fele dopo la morte avvenuta a Foggia nel 1241 di Isabella d'Inghilterra, terza moglie dell'imperatore. Il feudo di Rapone come quasi tutti i feudi e le terre del bacino interno dell'Ofanto fu coinvolto nei fatti dell'insurrezione ghibellina del 1268 contro gli Angioini in favore degli Svevi. Infatti in conseguenza di tali eventi Carlo I d'Angiò lo assegnò nel 1271 a Herveo de Chevreuse insieme a Cisterna, Pietrapalomba Rapolla. Il feudo di Rapone passò ad Altruda di Dragoni, la quale era andata in sposa a Giovanni Galardo con un matrimonio celebrato a Foggia alla presenza del cognato Guglielmo Galardo e dello stesso sovrano di Napoli. Col tipico sistema feudale dei secoli scorsi Rapone passò in mano a diverse famiglie: i Pipino, i Sanseverino, i Ruffo, i d'Alemagna e i Sinerchia che lo tennero insieme a Castelgrande e al feudo di Sant'Andrea sino alla confisca avvenuta a seguito della loro partecipazione alla congiura dei baroni ordita nel castello di Miglionico nel 1485. In seguito passò ai Carafa, i quali lo vendettero ai D'Anna che lo governarono sino all'abolizione della feudalità, avvenuta nel 1806.

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