Risorsa: Willem Vandenameele
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Originariamente costruito in legno nel 1902, fu demolito e ricostruito in muratura nel 1928 su progetto dell'ingegnere Alfredo Belluomini in stretta collaborazione con il decoratore Tito Chini, che ne ha curato i numerosi elementi ornamentali, che conferiscono all'edificio quell'aspetto esotico che lo rende unico. fa. Il Gran Caffè Margherita rappresenta una delle ultime opere del periodo eclettico-deco viareggino.
Interessante è la galleria centrale del palazzo, originariamente aperta sul mare, poi chiusa ed ora adibita a ristorante.
Sopravvissuta al drammatico incendio del 1917, che distrusse gran parte degli stabilimenti balneari di viale Margherita, venne demolita negli anni '20.
Varie modifiche furono apportate nelle due ali per l'ubicazione dei servizi legati al nuovo uso, con il rinnovo dei solai in marmo, degli infissi e di parte degli arredi, mentre il loggiato conserva ancora la ricca decorazione interna con le sue decorazioni e preziosi ornamenti per soffitti. La sala è stata recentemente spogliata del suo bellissimo design degli interni e dei suoi lampadari.
Attualmente ospita (2022) la libreria Mondadori di Viareggio, un grande ristorante e lo storico Caffè.
L'edificio ha un'aura di spiccato sapore orientale ed è dominato dalla simmetria delle due torrette laterali, sormontate da cupole tipiche dell'architettura moresca.
Il guscio delle cupole è costituito da scaglie di ceramica di diversi colori, principalmente giallo e verde; le colonnine della balaustra del terrazzo principale all'ultimo piano sono anch'esse realizzate in ceramica (lustro metallico) dalla fabbrica Fornaci San Lorenzo lungo l'intera facciata principale.
Caratteristico e architettonicamente significativo è il loggiato coperto, un tempo aperto e suggestivo filtro tra il lungomare e l'arenile, oggi racchiuso da vetrate e adibito a sala ristorante.
All'interno sono presenti decorazioni geometriche sulle pareti divisorie, mentre il soffitto è rivestito dalle travi della boiserie che alternano elementi pittorici a vetrate dipinte e colorate della manifattura Fornaci San Lorenzo di Borgo San Lorenzo, opere di Tito Chini del 1928.
Lo spazio di notevoli dimensioni è dominato in pianta da una serie di pilastri e travi in conglomerato cementizio, mentre le parti poste sulle ali sono in muratura tradizionale
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