Bron: Willem Vandenameele
Il Santo Spirito è una chiesa cattolica romana in stile rinascimentale in Piazza Santo Spirito.
Fu edificato nel XIV secolo dai Silvestrini e poi passò nelle mani dei Vallombrosiani. Intorno alla metà del XV secolo divenne proprietà dei frati domenicani, che in gran parte lo ricostruirono tra il 1498 e il 1530. La chiesa assunse quindi la forma attuale. L'ordine monastico fu abolito durante la rivoluzione del 1848 e gli edifici furono trasformati in carcere. Successivamente la chiesa fu restituita alla diocesi di Siena e riutilizzata come chiesa.
La chiesa, costruita in mattoni, ha un timpano impreziosito da un bel portale rinascimentale attribuito a Baldassarre Peruzzi e datato 1519. L'interno, anch'esso in stile rinascimentale, è a navata unica con numerose cappelle laterali, quattro per lato. Il transetto è leggermente più largo della navata ed è presente un profondo coro chiuso da un'abside. La cupola a tamburo è attribuita a Giacomo Cozzarelli (1508).
Nella chiesa sono state conservate numerose opere d'arte. Importanti sono gli affreschi del 1530 di Giovanni Antonio Bazzi, detto anche Il Sodoma, di San Giacomo da Compostela che sconfigge i Mori. Si trovano nella Cappella degli Spagnoli, la prima cappella a destra. Nella stessa cappella si trova un raro presepe in terracotta dipinta di Ambrogio della Robbia (1504), figlio del ben più noto Andrea Della Robbia. Nella seconda cappella a destra si trova una statua lignea dipinta di San Vincenz Ferrer di Giacomo Cozzarelli. La terza cappella ospitò l'Incoronazione della Vergine di Domenico Beccafumi, ma è stata trasferita alla Pinacoteca Nazionale. Oggi vi è appeso il dipinto seicentesco di Deifebo Burbarini raffigurante San Bernardo Tolomei davanti alla croce.
Nella prima cappella a sinistra è l'Assunzione di San Francesco e Caterina da Siena, attribuita a Giacomo Pacchiarotti (1509) e nella seconda cappella è una statua lignea di Caterina da Siena forse del Cozzarelli. Nella terza cappella si può ammirare l'Incoronazione della Vergine di Girolamo del Pacchia (1512). L'opera è affiancata da statue in terracotta di Maria Maddalena e Girolamo di Stridone dei primi del Cinquecento e attribuite a Giacomo Cozzarelli. Nella stessa cappella troviamo una croce dipinta da Luca di Tommè (seconda metà del XIV secolo).
Nel transetto destro è la pala con il miracolo di Giacinto di Polonia di Francesco Vanni (ante 1596). Si possono anche trovare i vivaci affreschi dipinti dal fratellastro Ventura Salimbeni raffiguranti Giacinto che guarisce un ragazzo cieco (a sinistra) e Giacinto che cammina sull'acqua (a destra). Nel transetto sinistro è la pala d'altare seicentesca di Astolfo Petrazzi con una Madonna con santi.
Sui pilastri ai lati dell'altare maggiore San Domenico, Santa Caterina d'Alessandria, San Bernardo e Santa Caterina da Siena di Rutilio Manetti e nell'abside la Festa della Pentecoste di Giuseppe Nicola Nasini.
Nella sagrestia, che un tempo faceva parte del monastero, è un bell'affresco del 1516 di Fra Paolino da Pistoia.
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