chiesa S. Agata alla Guilla - Palermo

Secondo la tradizione la chiesa sorge sui resti della villa romana dove visse Sant'Agata.

La chiesa fu costruita tra il XII e il XIII secolo. L'aspetto attuale dell'edificio è dovuto principalmente al restauro effettuato nel XVI secolo . Nel 1685 , accanto alla chiesa, fu costruito un conservatorio , dedicato alle "maddalene pentite" , ovvero alle donne costrette alla prostituzione.

Successivamente la chiesa cadde in stato di abbandono. Le pale, gli altari stessi e parte delle decorazioni furono completamente trafugate, ad eccezione di un affresco raffigurante Maria, legato ad una leggenda secondo la quale un pazzo, armato di pugnale, trafisse l'immagine in più punti, da cui poi il sangue cominciò a scorrere.

Nel 1995 è stato effettuato un restauro statico dell'edificio . Lo stato di abbandono però continuava, tanto che nel marzo 2014 venne scoperta addirittura una piantagione di marijuana nel monastero annesso alla chiesa.

Tra gli arredi è documentata una "Acquasantiera", opera di Vincenzo Gagini realizzata nel 1591.

L'esterno dell'edificio è in stile gotico catalano e presenta lesene piatte che accentuano i volumi. La sobria facciata è arricchita dal portale gaginesco . I due campanili risalgono al XVII secolo.

L'interno un tempo era a tre navate, ma nel XIX secolo fu ridotto ad una sola. La decorazione interna è realizzata in stucco e finto oro, secondo i precetti stilistici del tardo barocco. Gli arredi e le opere d'arte furono trasferiti al Museo Diocesano di Palermo e alla Chiesa di Santa Rosalia e dei Quattro Santi Coronati al Capo.

Willem Vandenameele