Risorsa: Willem Vandenameele
L'attuale edificio sorse sul luogo dell'antica chiesetta di Santa Maria Forisportae, così detta perché edificata all'esterno della prima cerchia di mura ed era appena al di fuori della Porta Vecchia.
La chiesetta, dedicata a Maria Assunta, nel 1382 un pittore aveva dipinto ad affresco un'immagine della Madonna dell'Umiltà, cioè non seduta in trono, secondo un'iconografia che in Italia conobbe una diffusione particolare proprio fra Tre e Quattrocento.
Secondo la tradizione il 17 luglio 1490, in mezzo all'infuriare delle lotte interne fra Panciatichi e Cancellieri, alcune persone videro stillare dalla fronte dell'umile immagine tre sottili rivoli di un prodigioso licore, quasi che la Vergine soffrisse nell'assistere impotente a tanti scempi fratricidi. Colpite da questo segnale celeste e spinte dalla devozione che subito prese vita intorno all'icona miracolosa, le famiglie più importanti di Pistoia decisero la costruzione del santuario rinascimentale che commemorasse in modo degno tale episodio.
La chiesa fu consacrata nel 1582.
Nell'ottobre 1931 papa Pio XI elevò la chiesa alla dignità di basilica minore.
La basilica è uno degli edifici che sotto il profilo architettonico, urbanistico e religioso maggiormente si identifica con la storia e l'immagine di Pistoia.
L'interno della basilica è ricco di opere d'arte che ornano ognuno dei sei altari posti attorno all'ampio vano circolare su cui si imposta la cupola e il presbiterio ideato dal pistoiese Jacopo Lafri; il severo vestibolo, che occupa lo spazio su cui un tempo sorgeva la chiesetta medioevale, fu arricchito da grandi riquadri ad affresco a partire dal 1720.
La balaustra realizzata nel 1597 con colonnine in bronzo racchiude un dossale marmoreo costruito nel 1612 dallo scultore Pietro Tacca e dell'architetto Lafri. Al centro del dossale fu traslata l'immagine miracolosa.
Nell'abside, si segnala il dipinto su tavola di Bernardino del Signoraccio, proveniente dal monastero di San Mercuriale e raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Mercuriale e Benedetto (1493).
Il Tesoro della Madonna
Altrettanto valore, se non di più, è da attribuirsi al cosiddetto "tesoro della Madonna", un insieme di arredi sacri di proprietà della basilica la cui rilevanza investe non solo e non tanto il campo delle arti, quanto quello della storia sociale e religiosa della città. Fra questi si segnale il ciborio d'argento, opera dell'orafo fiorentino Giovan Battista Mariani, donato dal cavalier Fabio Tolomei nel 1630 come ringraziamento per lo scampato pericolo della peste; ad esso. Ancor più eccezionale, sebbene meno conosciuto, il patrimonio tessile della basilica annovera fra i suoi pezzi dei capolavori assoluti, come la secentesca tovaglia realizzata in merletto ad ago tipo Venezia. A testimonianza della devozione della città resta un ricco insieme di ex voto, alcuni dei quali raffigurano in argento le parti del corpo su cui ha operato l'azione miracolosa della Madonna, e altri invece sono gioielli o comunque oggetti personali particolarmente cari a chi li ha donati.
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