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L'idea di unire il Roero con l’Alto Astigiano porta con sé la scoperta di un territorio che, non a caso, ha assunto il credo popolare di VIA dei BRIGANTI come testimoniano numerosi proverbi e racconti. Il BRIGANTAGGIO, aldilà di essere un fenomeno nazionale con particolari risvolti nell'Italia del sud, ebbe uno sviluppo notevole anche in Piemonte: sin dal medioevo il brigantaggio, rappresentò sovente l'unica risorsa degli strati contadini poveri, oppressi dai soprusi feudali e ridotti alla disperazione. Il fenomeno aumentò e si trasformò, assumendo in alcuni casi la forma di vere e proprie concentrazioni di massa. In Piemonte, dalla fine del 1600 in poi, il brigantaggio assunse ancora più precisa identificazione politica, i cui scopi molte volte furono di tipo ideologico, contro la borghesia giacobina della nuova Repubblica napoleonica.
Interessante la testimonianza che nell’anno 1800, da Torino il generale Jourdan trasmette al Ministero degli Interni: il brigantaggio è al colmo, furti e assassini sono commessi giornalmente a mano armata sulle strade principali e nelle abitazioni di campagna; i briganti commettono i propri crimini sino alle porte dei maggiori Comuni. In genere i briganti sono noti agli abitanti, ma nessuno osa denunciarli alla forza pubblica per timore di finire assassinato. Il fenomeno ebbe vasta estensione in molte parti della nostra regione e rappresentava una spina nel fianco per il governo, e al tempo stesso, una minaccia anche per le popolazioni. La fame, la miseria e la disperazione provocata dalla guerra indussero al brigantaggio molti contadini a partire dalla fine dell'ottocento. In tale contesto, un territorio selvaggio, fittamente buscato, con alcune vie di transito collocate nella vallata e pochi nuclei abitati, posti a distanza fra di loro, quale il territorio di Cisterna d'Asti e di Ferrere, offriva un ambiente adatto, nel quale il brigantaggio si sviluppò. Ancora nel novecento e sino alla II guerra mondiale, questo tipo di fenomeno era presente.
La VIA dei BRIGANTI è motivo dunque, oggi, di suggestione e può costituire il filo conduttore alla scoperta di questo territorio, nella realtà molto più suggestivo in termini ambientali e paesaggistici. Cisterna d'Asti è un fulcro importante, nel passaggio tra la morfologia del Roero, soprattutto caratterizzata da rocche e fenomenologie erosive e quella delle colline Alfieri, dove i rilievi sono più dolci, ancora integri nella zona ovest, per diventare più abitati e coltivati, nelle porzioni a est. Questo itinerario va ad unirsi a LA VIA DEI SANTI, e a collegarsi, pertanto, ai grandi sentieri della religiosità.
Risorsa: Piemonte Outdoor
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