Risorsa: Willem Vandenameele
Santa Maria in Provenzano, o Insigne Collegiata di Santa Maria in Provenzano, è una collegiata tardo rinascimentale barocca, cattolica romana in Piazza Provenzano Salvani. Questo santuario mariano sorse attorno a un'icona della Madonna in terracotta del XIV secolo, alla quale furono attribuiti miracoli. Il Palio di Siena si svolge nel giorno della venerazione di questa devozione mariana.
Secondo la tradizione, la mancanza di fede dei senesi avrebbe indotto la Madonna a rinunciare alla sua protezione, portando infine alla sottomissione di Siena da parte del Sacro Romano Impero e dei suoi alleati fiorentini. La terracotta della Madonna di Provenzano è andata in frantumi. Si dice che questo sia il risultato di un colpo errante o sfacciato da parte di un soldato spagnolo nell'esercito di occupazione dell'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V. La leggenda narra che l'evento abbia causato un cambiamento nel soldato. Morì o si pentì dell'evento.
Cinquant'anni dopo, questo quartiere era considerato uno degli angoli moralmente più malsani della città. Una vecchia prostituta del quartiere pregò l'icona della Madonna e durante la notte la sua lesione ulcerata guarì.
La statua divenne meta della devozione dei fedeli. Ben presto la chiesa cedette e nel 1594 ordinò la costruzione di una chiesa come santuario dell'icona; per progettarla fu incaricato l'architetto Flaminio Del Turco. La famiglia Medici fu tra i mecenati che raccolsero fondi per la costruzione della nuova chiesa. Nel 1806 l'effigie fu ricoperta d'argento, per rispetto e protezione dell'icona. A causa della conservazione dell'opera, l'argento è in parte emerso.
Il primo altare a destra rappresenta la Messa di San Cerbone (1630) di Rutilio Manetti. Raffigura un miracolo avvenuto quando il Santo Vescovo di Massa Marittima vide apparizioni di angeli durante un servizio indetto per il Papa. La tela fu commissionata dal Vescovo di Massa Marittima, Fabio Piccolomini.
Il secondo altare di destra ha una tela raffigurante le Sante Caterina da Siena e Caterina d'Alessandria di Francesco Rustici, e una dell'Annunciazione di Giovanni Domenico Manenti.
Sul primo altare di sinistra una pala raffigurante Santa Caterina da Siena e una visione del martirio di San Lorenzo (1685), di Dionisio Montorselli. La tela fu appesa per la prima volta nell'ex chiesa senese di San Lorenzo, che fu distrutta. Il secondo altare a sinistra conserva un crocifisso ligneo del XIX secolo.
I parapetti della cupola sono affrescati raffiguranti i quattro santi protettori di Siena: Sant'Ansano (1715) dipinto da Giuseppe Nicola Nasini; San Savino e San Crescenzio (1727) di Vincenzo Meucci; e San Vittore (1726) di Gasparo Bidelli.[5] Lungo le pareti tele monocrome raffiguranti il Sogno di San Giovanni Evangelista e la Messa di San Gregorio Magno di Bernardino Mei e Deifebo Burbarini. Lungo la navata sono appesi quattro grandi dipinti raffiguranti la Natività di Maria, la Visitazione, la Presentazione di Gesù al Tempio e l'Incoronazione della Vergine di Luigi Boschi e Giovanni Bruni.
Nel transetto dipinti di venerati che hanno abitato nella stessa zona: san Bernardo Tolomei e la beata Savina Petrilli (2013), di Francesco Mori. Il pavimento in marmi policromi sotto la cupola mostra i simboli araldici dei Granduchi di Toscana Cosimo III de' Medici e Margherita Luisa d'Orléans, e dello stato fiorentino e senese. È circondato dai simboli delle vicine diocesi dell'antica Repubblica di Siena: Grosseto, Sovana, Pienza, Montalcino, Massa Marittima e Chiusi.
L'altare maggiore custodisce l'icona in terracotta della Madonna di Provenzano in un'opera architettonica (1617-1632) di Flaminio del Turco. L'icona è circondata da una "gloria" di angeli d'argento e statue bronzee dei Santi Caterina e Bernardino, scolpite da Giovanni Battista Querci. Alcuni dei drappeggi dell'altare recano i simboli di papa Alessandro VII, l'ultimo papa di Siena. In sagrestia è un Compianto sul Cristo morto di Alessandro Casolani.
Nell'abside pende una bandiera catturata dal mercenario senese Paolo Amerighi ai Turchi durante la battaglia di Vienna (1683), al culmine dell'invasione ottomana dell'Europa. Nella parete di fronte pende una bandiera della Fortezza Medicea di Siena, donata dal Granduca Pietro Leopoldo in segno di smilitarizzazione della città.
Sotto la chiesa, nell'ex cripta, si trova l'Oratorio del Suffragio, la cappella della Contrada della Giraffa. L'ingresso è su Via della Vergine.
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